La quantità di gas che l’Italia annualmente importa dalla Russia corrisponde a circa il 40% del gas necessario per soddisfare il fabbisogno energetico del Paese. La guerra in atto sta sconvolgendo gli equilibri energetici di numerosi paesi europei, tra cui l’Italia, ecco perché bisogna correre ai ripari. Crisi del gas: la strategia europea per uscire dalla dipendenza russa punta anche sul rinnovabile.
Il Governo Italiano ha preso provvedimenti discutibili per fronteggiare la crisi in Ucraina, in un primo momento con il decreto legge Ucraina 25-02-2022, successivamente con un secondo decreto legge 28-02-2022 contenente misure aggiuntive. Tra le varie tematiche si parla di sostenere il Paese in caso di assenza di gas russo, riducendo i consumi industriali per risparmiare energia, razionando il gas, riabilitando alcune centrali a carbone, importando GNL, limitando i consumi per il riscaldamento domestico, utilizzando fonti green. Tutto ciò non è in linea con gli obiettivi climatici (Pniec).
I massimi esponenti in materia nel campo delle energie rinnovabili, si sono espressi poco dopo l’inizio del conflitto, esponendo la necessità di promuovere una politica energetica sostenibile poiché rappresenta l’unica via d’uscita dalla dipendenza russa. Tutto è pronto: risorse, spazi, tecnologie (fotovoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico) l’unico ostacolo è la burocrazia. Le centrali nucleari e a gas inquinano troppo, non possono continuare ad esistere se incompatibili agli obiettivi di sostenibilità. Le fonti verdi sono l’unica chance che abbiamo per offrire un futuro al Pianeta. Agire subito significa che entro 10 anni potremmo smettere di importare gas e centrare gli obiettivi climatici.
Anche l’Unione Europea si è attivata per affrontare la crisi energetica. Nonostante le pericolose conseguenze che comporterebbe una simile azione, la Russia potrebbe bloccare i gasdotti che trasportano ogni anno miliardi di metri cubi di gas fino all’Europa, circa 155 miliardi solo nel 2021.
Il Piano REPowerEU punta a diminuire di almeno due terzi la richiesta di gas russo entro l’anno e completare il processo di indipendenza entro il 2030. Il piano comprende anche misure per contenere gli aumenti dei costi dell’energia e rigenerare nuove scorte di gas. Differenziare le forniture di gas, accelerare lo sviluppo di gas rinnovabili, rimpiazzare l’impiego del gas per riscaldare e produrre energia utilizzando fonti rinnovabili.
Il Piano in sintesi:
Consumare meno gas ed effettuare una vera transizione energetica, semplificare le pratiche burocratiche per progetti di energia rinnovabile, velocizzare il raggiungimento degli obiettivi climatici per tagliare nettamente le importazioni di gas.
Triplicare i rifornimenti per il prossimo inverno con una proposta di legge che presenterà l’UE in aprile per tutti gli stati membri che dovranno incrementare il livello di capienza degli stoccaggi di gas al 90% entro il primo ottobre di ogni anno. (Attualmente la capienza media si aggira al 25-30%).
Realizzare una piattaforma congiunta per gli stoccaggi e gli acquisti di gas in comune.
Ricorrere ad aiuti di Stato per sostenere le imprese danneggiate dalla crisi e quelle che consumano ingenti quantità di energia.
Ursula von der Layer, Presidente della Commissione Europea, conferma l’esigenza di svincolarsi dal petrolio, dal carbone, dal gas russo. Bisogna procedere subito per contenere lo sbalzo dei costi dell’energia, differenziare la fornitura di gas per il prossimo freddo, promuovere la transizione verso una politica energetica green. Prima si arriverà alle rinnovabili e prima raggiungeremo la nostra indipendenza energetica.
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